IL SISTEMA CARSICO DEL SEBINO OCCIDENTALE BUENO FONTENO-NUEVA VIDA HA ORA UN TERZO INGRESSO: E’ L’ “INGRESSO DEI PISCHELLI”
La seconda parte del 2024 e questi primi mesi del 2025 saranno ricordati come tra i più significativi per l’associazione Progetto Sebino e, più in generale, per le ricerche esplorative in corso dal 2006 nell’area del Sebino Occidentale (BG).
Dopo le inebrianti avventure esplorative degli ultimi mesi, che hanno portato alla scoperta (8 Dicembre 2024) del nuovo enorme settore del complesso denominato “Universi paralleli” (7 km esplorati e topografati ad oggi, tutti in risalita, con potenziale ancora elevato), ed al superamento (8 Marzo 2025) dei 40 km complessivi di sviluppo del complesso, ai primi di Settembre 2025 un nuovo importante traguardo viene aggiunto alla storia delle ricerche. Viene infatti scoperto il terzo accesso del sistema carsico: l’ingresso dei “Pischelli”.
Ma andiamo con ordine.
Nelle ultime settimane alcuni rami in esplorazione in “Universi Paralleli” si avvicinano notevolmente alla superficie esterna o puntano verso alcuni potenziali ingressi (buchi o grotticelle noti da tempo) all’interno di un massiccio montuoso all’interno del quale, fino a pochi mesi fa (prima della scoperta di “Universi Paralleli”), non c’era praticamente nulla di conosciuto.
Tra i vari rami in esplorazione, nella speranza (tuttora viva) di scoprire una nuova via che possa condurre a dei nuovi fondi, la priorità viene data al ramo principalmente attivo, con portate medie elevate e portate minime non indifferenti (e praticamente costanti visto che anche in periodi siccitosi molto lunghi esse non diminuiscono), a indicare un probabile vasto bacino di assorbimento e di conseguenza la possibilità di spingersi anche molto lontano.
Le esplorazioni diventano tuttavia sempre più impegnative: si tratta pur sempre di rami in risalita e, a colpi di centinaia di metri ad uscita, ormai l’avvicinamento alla zona esplorativa richiede circa 4 ore. Tra gli ambienti più vasti e pittoreschi scoperti, da citare l’imponente camino da 65 metri che viene intitolato a Roberto Ziglioli, uno dei pionieri delle esplorazioni speleologiche nell’area, scomparso nel Maggio 2023, fondatore nel lontano 1980 dello Speleo CAI Lovere (fucina di numerosi esploratori che negli anni hanno dato un fondamentale contributo alle esplorazioni del mega-complesso) e tra i promotori della nascita di Progetto Sebino nel 2006.
Tra superamenti di rari restringimenti, fenomeni franosi e camini talvolta imponenti (come quello appena citato), una diramazione laterale del ramo in questione conduce sotto a due fenomeni carsici in Località Bressana: una grotticella che si apre su un pozzo da 15 metri e occlusa sul fondo da fango e detriti e una sorta di sfondamento di alcuni metri di diametro a pochi metri di distanza. Fenomeni che in maniera inequivocabile hanno sempre evidenziato la sicura presenza di reticoli carsici sottostanti.
Poche decine di metri ormai separano le gallerie più a monte da un altro ingresso oggetto di scavi impegnativi già 15 anni fa e che risponde al nome (originalissimo…) di “Interstrato”.
Si cominciano ad unire i puntini sulle mappe, a fare supposizioni ed a fantasticare: l’entusiasmo contagioso delle nuove squadre di giovani esploratori si mischia alle lacrime di gioia dei diversamente giovani che a quegli scavi e a quelle prime prospezioni esterne avevano partecipato…
Anche questo è il bello della speleologia: la sua capacità di unire diverse generazioni di speleologi, dove i nuovi arrivati possono tramutare in realtà le intuizioni ed i sogni dei più attempati (e magari già appagati) esploratori, arricchendo di capitoli un unico grande libro che, per sua natura e in piena consapevolezza dei suoi autori, resterà inevitabilmente per sempre un’opera incompiuta.
Ma non sarà nessuno di questi fenomeni carsici già noti a regalare la gioia del terzo ingresso.
L’esplorazione dell’ennesima diramazione laterale, caratterizzata dalla presenza di un bel flusso d’aria (in entrata), conduce in un ambiente di buone dimensioni dove, tra massi franati, in corrispondenza di un collasso del soffitto, fanno capolino alcune radici chiaramente visibili. L’analisi successiva della topografia conferma di essere davvero a pochi metri dalla superficie.
E’ sufficiente un unico sopralluogo esterno in corrispondenza del punto muniti di ARTVA: 3 persone all’interno e 2 all’esterno. All’orario pattuito parte la ricerca, testimoniata da video capaci di emozionare. Dopo vari tentativi, i due strumenti comunicano, iniziano a “parlarsi”: è fatta! La topografia era corretta, il punto era quello giusto!
All’apparenza tuttavia non si riscontrano morfologie particolarmente sospette. Un normalissimo prato vicino ad un boschetto: nessun affioramento, nessuna dolina, nessuna spaccatura. Ma guardando con un pochino di attenzione in più…eccolo, è l’indizio che cerchiamo: un buchetto 3 x 3 cm (aspirante) nella terra!
Si può davvero cominciare a sognare.
Il valore restituito dagli ARTVA è più che incoraggiante: 3,8 metri…un niente! E questo valore potrebbe essere persino inferiore, considerato che probabilmente lo strumento sovrastima il dato (l’ARTVA è progettato per emettere un segnale che deve attraversare uno strato di neve, non di roccia e suolo).
Senza difficoltà riusciamo a risalire ai proprietari del mappale interessato per chiedere autorizzazione agli scavi. Conoscono bene Progetto Sebino e le ricerche in corso (e come potrebbe essere altrimenti?), si dimostrano fin da subito collaborativi e persino entusiasti: rapidamente ci forniscono il loro assenso, al transito nel tratto di strada privata che conduce alle cascine e al parcheggio dei fuoristrada. Chiaramente dietro garanzia di una immediata messa in sicurezza successiva. Fornite le debite rassicurazioni in merito (con la fortuna di avere un socio fabbro professionista in associazione è tutto più semplice!) e dopo aver condiviso l’iniziativa con l’Amministrazione Comunale di Fonteno capiamo che è arrivato davvero il momento di dotarsi di pala, piccone, secchio e piede di porco.
E’ il 30 di Agosto: si comincia!
A fine giornata si è scesi un bel po’…in teoria manca circa 1 metro e ormai stiamo lavorando in roccia compatta, non più nella terra…c’è da dire che durante lo scavo si perde l’aria, quindi andiamo un po’ più alla cieca adesso.
Il weekend successivo è potenzialmente quello dei festeggiamenti: sappiamo che poche decine di centimetri ci separano dalla storia.
Nuovamente una squadra dentro (con il dichiarato intento di voler uscire da lì, nessuna voglia di farsi la strada a ritroso!) ed una squadra fuori che dovranno incontrarsi…
Alcune ore di lavoro e si recuperano centimetri su centimetri finchè all’esterno si possono udire distintamente i colpi della mazzetta sulla roccia. E viceversa. I cicalini degli ARTVA ormai risuonano all’impazzata, il suono è continuo.
Ci siamo…
Ad un certo punto chi sta all’esterno vede sbucare dalla roccia la punta del trapano: una scena surreale, quasi incredibile. Ormai è solo questione di ore, forse minuti. Un ultimo diaframma.
E’ il primo pomeriggio del 6 Settembre 2025. Un ultimo blocco di roccia di 20 cm x 20 cm viene staccato e dall’esterno si intravede il casco di uno speleologo…è fatta!
Di lì a mezz’ora dieci persone si ritroveranno a festeggiare, in una assolata giornata di fine estate, nella Valle di Fonteno, l’apertura del terzo ingresso, accompagnando il tutto con una buona bottiglia di spumante: è gioia incontenibile!!!
Tra risate, abbracci e pacche sulle spalle, il terzo ingresso del sistema carsico (e ad oggi l’unico classificabile come “meteoalto”), che si aggiunge ai due ormai storici accessi di “Bueno Fonteno” e “Nueva Vida” è ormai realtà.
Il totonome in associazione dura giusto qualche giorno, poi quasi all’unanimità si convergerà su un nome che ha molto di profetico (e di ironico): è l’ “Ingresso dei Pischelli”.
Nei giorni successivi vengono realizzati e installati una botola su misura con relativo telaio e le intercapedini circostanti vengono sigillate con malta. Un lavoro fatto bene: sicuro, esteticamente gradevole ed in grado di preservare l’ambiente sotterraneo da alterazioni significative.
Ci lasciamo alle spalle mesi intensi, intensissimi. E ricchi di soddisfazioni.
I risvolti pratici di questo evento non mancheranno di certo: “Universi Paralleli” ha potenzialmente ancora molto da dire. Ma adesso i limiti esplorativi si potranno raggiungere in un’ora o meno.
Meno fatica. Meno tempo. Meno rischi. E quindi più esplorazione.
E più sicurezza: in caso di incidente nel nuovo settore del complesso (facciamo gli scongiuri del caso…) ora i soccorritori dovranno faticare molto meno.
Un grande ringraziamento a tutti gli amici speleologi, anche di altri gruppi, che hanno dato il loro contributo al lieto evento.
Questo bellissimo sogno continua…..




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