Partecipanti: Gianluca Perucchini (Progetto Sebino – Speleo CAI Lovere), Ottavia Piana (Speleo CAI Lovere)

Siamo solo io e Gianluca questa volta, per cui abbiamo scelto un obiettivo tranquillo: continuare a lavorare al sifone Bollicine individuato un mese fa.

Ci troviamo alle 8.00 a Fonteno, saliamo e ci prepariamo; raccogliamo le idee e le attrezzature “Prendo il rilievo” dico a Gianluca, “Ah… non ci servirà oggi” “Mi freghi sempre, lo prendo” “Non ci serve, lascialo, se ci serve esco io a prenderlo” (SPOILER stava mentendo, non lo farà).

Alle 8.40 entriamo in Nueva, nonostante abbia fatto un paio di brevi piovute c’è ancora meno acqua che due settimane fa, ogni volta che entro in grotta si palesa ancor più vivamente il periodo di siccità che stiamo attraversando. Alle 9.50 siamo in zona operativa e con nostra sorpresa il sifone è totalmente asciutto. Questo infausto clima potrebbe essere la fortuna della nostra giornata.

Iniziamo a darci da fare, Gianluca come sempre è instancabile e non si ferma un attimo. Dopo cinque ore di lavoro, quando le forze iniziano a calare, vediamo quella che potrebbe essere la fine delle nostre fatiche: sembra esserci una esse strettissima e poi forse si arriva ad un ambiente più generoso di dimensioni.

Decidiamo che per oggi sarà il nostro ultimo tentativo: allargheremo almeno in modo che io riesca a passare questa strettoia per vedere se è vero che poi allarga o se c’è ancora da sfacchinare.

Finalmente riesco ad andare oltre, striscio un paio di metri per un totale di circa 15 m di sifone asciutto e intercetto a pavimento un nuovo ramo, largo una cinquantina di centimetri e con un corso d’acqua non indifferente; il soffitto è alto circa 3 m, ma in qualche punto è bucato e sopra si vede la forra continuare più alta. Risalendo a monte la forra stringe, ma a valle sembra proseguire comoda.

Non riesco a trattenere l’emozione “Gianluca, devi passare anche tu!”, riprendo in mano la mazzetta per allargare dove sono passata in modo che anche Gianluca possa raggiungermi. Rimossi pochi spuntoni rocciosi lo strettoista passa come un gatto e iniziamo l’esplorazione andando in discesa.

Percorro una trentina di metri, Gianluca è poco più indietro quando ho l’ennesima dimostrazione del fatto che la vita sia molto più generosa nell’elargire delusioni che soddisfazioni e che le cose belle sono destinate a finire in fretta: c’è un pozzetto di 7-8 m… con una corda.

Qualcuno è già stato qua prima di noi, dopo esserci scossi dalla delusione ci rendiamo conto che non sappiamo assolutamente dove siamo, cioè siamo ovviamente a Bueno, ma in che ramo? A rilievo non sembrava esserci nulla in quel punto alla nostra quota e non ci siamo spostati che di poche decine di metri orizzontali e di meno di dieci verticali… “Forse siamo ad Aria Santa” propone Gianluca, ma né io né lui abbiamo mai visto quegli ambienti, per cui non abbiamo elementi.

La corda è attaccata con moschettoni in alluminio in pessime condizioni, anche se avessimo gli imbraghi non sarebbe il caso di affidarcisi, per cui ci guardiamo un poco in giro nella forra, poi visto l’orario e la stanchezza decidiamo di rientrare.

Uscendo ci confrontiamo sulle possibilità: mancheranno dei dati nel rilievo presi e non inseriti? Avremo semplicemente sbagliato a guardare il rilievo a casa? Sarebbero le possibilità più auspicabili, diversamente vorrebbe dire avere un errore nei dati di 40 m di dislivello e probabilmente altrettanti orizzontali. Fatico a valutare anche solo spannometricamente quanto sarebbe come errore percentuale in caso di chiusura di un anello del genere.

Ragioniamo sul fatto che tutto sommato anche se non è un ramo nuovo, se fossimo realmente arrivati ad Aria Santa o in altre zone scomode, potremmo, lavorando ancora un po’ il sifone, aver trovato una strada molto più breve per zone esplorative di tutt’altro che breve raggiungimento. Sarebbe inoltre la seconda giunzione Nueva Vida – Bueno Fonteno, in quel caso curiosamente i due rami che giuntano sarebbero due rami che giuntano a loro volta.

Una volta ordinata la pizza avvisiamo gli altri della potenziale scoperta, l’ipotesi Aria Santa va per la maggiore, ma serviranno i dati e le verifiche prima di sbilanciarsi. Prossimo obiettivo: tornare il prima possibile e risolvere il mistero!

Ottavia