Partecipanti PS: Greppi M. (anche Speleo CAI Lovere), Forcella C. (anche GS Valle Imagna)

A Grone avevamo un lavoro da portare avanti, in Località Salvarizza.

L’interessante cavità, conosciuta si può dire da sempre ma mai approcciata seriamente sotto il profilo speleologico soprattutto per la grande quantità di rifiuti riversati al suo interno, era stata svuotata dal variegato pattume in due precedenti occasioni (il 9 di Aprile e il 22 Agosto 2021). In Agosto si era anche cominciato lo scavo sul fondo, rivelatosi molto efficace ma ovviamente bisognava proseguire per comprendere il reale potenziale della grotta e valutare le difficoltà nello scavo.

In tale frangente eravamo riusciti solo in parte a movimentare la grande quantità di rifiuti verso la cascina nei pressi, poco più della metà (circa 22/23 su oltre 40) dei pesantissimi sacchi neri utilizzati per lo svuotamento e letteralmente farciti di rifiuti di ogni genere.

A farla da padrone sono vetri (che squarciano i sacchi…), taniche e contenitori in plastica, numerosissime batterie (a decine, gran parte delle quali con vistose fuoriuscite di acido) e persino due batterie di automobili.

Uno schifo!

Invito a leggersi i report dedicati per i dettagli delle operazioni e per vedere un pò di foto documentative.

Mercoledì 20 Ottobre siamo io e Claudio (Forcella).

Come primo step ci occupiamo di portare giù altri 19/20 sacchi. Una volta posizionati nel cortile della cascina, il proprietario si occuperà del trasporto all’isola ecologica, in accordo con l’amministrazione comunale, come già avvenuto per i precedenti.

Il lavoro è faticosissimo e per nulla divertente ma…via il dente e via il dolore. Ci diamo dentro e, in circa 2 ore e mezza, completiamo la nostra sgradevole missione.

Il tempo di una pausa e sono le 13:30, ovviamente ora ci concederemo il meritato premio di un pò di sana esplorazione/scavo, nella speranza di segnali incoraggianti.

Subito prima, Claudio si occupa della realizzazione del rilievo topografico.

Capiamo subito che è già un lavoro da almeno 3 persone perchè i macigni sul fondo sono mediamente grossi e comunque sarebbe opportuno un passamano anche solo per passarsi secchiate di detrito.

Si lavora su di un piano inclinato e il materiale eventualmente scivolato tende a rotolare sul fondo, addosso al malcapitato dedito allo scavo.

Oggi va così, ci organizzeremo meglio in futuro.

Il flusso d’aria, sempre riscontrato nelle precedenti occasioni (con comportamento da ingresso meteobasso, cosa curiosa considerata la quota), risulta praticamente assente ma la stagione autunnale sicuramente non si presta per questo tipo di valutazioni. Bisogna provare a svuotare la grotta, poi si capirà meglio tutta la situazione.

L’apertura di Nueva Vida insegna: la grotticella (denominata fino a quel momento “Fox”) era praticamente priva di flusso d’aria all’ingresso. Bastò accostare l’orecchio ad un miserabile buco nel fango, più avanti nel meandro a pochi metri dall’ingresso, per accorgersi del fiume di vento che lo percorreva. Lo scavo successivo ci condusse in quello che diventò l’abisso Nueva Vida. Le grotte vanno spesso “stappate” prima di trarre conclusioni. 

Le 2 ore e mezza circa di scavo ci confermano l’impressione della volta precedente, ovvero che la cavità sembra verticalizzare. Di fronte a noi c’è una solida parete, la prosecuzione va ricercata verso il basso dove sembra di intravedere un accenno di meandro.

Questa nel caso specifico non può essere considerata una buona notizia, visto che l’eventuale scavo in verticale, all’aumentare della profondità renderebbe instabile la coltre di massi e detriti alle spalle che andrebbe quindi rimossa o quantomeno stabilizzata.

Vedremo.

Intanto non possono sfuggire alcuni segnali incoraggianti.

La terra è di fatto quasi asciutta e questo può essere dovuto da un lato al flusso d’aria, dall’altro all’azione drenante del detrito visto che l’acqua sicuramente passa tra le intercapedini ed i numerosi vuoti infiltrandosi poi verso il basso.

Niente che possa escludere la presenza di fango più avanti, certo, ma l’assenza di un ristagno è un ulteriore elemento, oltre all’aria, che può indurre a credere nella ricerca della prosecuzione.

Bisognerà tornare almeno in tre, il lavoro non sarà banale ma vale sicuramente la pena insistere!!!

Verso le 16:30 decidiamo di concludere per oggi anche perchè l’ultima parte della nostra “giornata infinita” sarà dedicata agli ultimi lavori di sistemazione nella nuova sede di Grone.

A presto “Salvarizza”.

Chissà che a breve tu non possa veder crescere il tuo status: da semplice ingresso promettente da scavare ad accesso di un nuovo mondo sotterraneo.

Chi vivrà, anzi, chi esplorerà…vedrà.

Maurizio