Partecipanti:

Corrado Pasinelli (PS), Alberto Consoli (PS – SCL Lovere) – Ottavia Piana (SCL Lovere)

Alle ore 14.30 entriamo nel complesso, giornata molto calda e il periodo di siccità fa si che la valletta sia a livelli piuttosto bassi, forte aria fredda in uscita come sempre in questa stagione.

Fino alla pittoresca “Vasca delle Fate”, sotto al sempre incredibile P55 Fonteno Beach, scendiamo con calma: dobbiamo riprendere confidenza sia con l’attrezzatura sia con la forra in cui non ci addentravamo da un bel po’ di tempo.

Dopo esser giunti all’imbocco del pozzo di Terre di mezzo risaliamo la corda che porta al ramo Sifonik dove io e Ottavia non eravamo mai entrati, a differenza di Corrado che però, come altri, è da un bel pò di tempo che non passa più da queste parti.

Man mano che proseguiamo scopriamo che il percorso, fatto di vaschette e piccole cascate ricorda un pò il ramo Hydrospeed seppur di dimensioni e portate sicuramente non paragonabili.

Durante la risalita sostituiamo alcune corde lesionate e giungiamo ad una ulteriore risalita che, come avremo modo di appurare più tardi, è quella che conduce al micidiale ramo Spalmer.

Mentre Corrado rimette a nuovo la risalita che purtroppo era stata attrezzata con moschettoni in lega (ormai lì da 10 anni e quindi inutilizzabili) io e Ottavia proseguiamo per il meandro arrivando fino al punto in cui il soffitto si abbassa, obbligandoci a strisciare tra l’acqua e la sabbia a pavimento, non proprio una situazione comune in una grotta come Bueno Fonteno…..

Dopo una ventina di metri il soffitto si rialza e torniamo a camminare nella forra tra le sporgenze di selce, finchè arriviamo ad un punto con un’altra corda penzolante lasciata da una vecchia risalita (questa dovrebbe essere proprio quella che porta a No Trano). Dopo aver recuperato una corda in ottimo stato abbandonata su una cengia, decidiamo di tornare per aiutare Corrado a terminare la sistemazione.

Una volta raggiunta la risalita mettiamo una sosta in inox con una corda nuova, lasciamo la corda nuova recuperata per eventuali altre sostituzioni e ci riavviamo verso l’uscita dato che si sta facendo tardi e le mie capacità di progressione su corda sono abbastanza arrugginite.

Nel percorso di rientro recuperiamo una bottiglietta d’acqua, ancora sigillata, abbandonata strategicamente lungo il tragitto da chissà chi: la data impressa sul tappo è 08-10-2010…ora, ok che in grotta, a circa 7° C e al buio è quasi meglio che in frigo però forse 11 anni sono un pò troppi…

Siamo subito tutti concordi nel voler tornare a breve per proseguire l’esplorazione dato che ora il percorso è, almeno in parte, sistemato e l’ambiente sembra molto interessante.

Alberto Consoli